SPECCHIO
SPECCHIO DELLE MIE BRAME, QUAL È LA DROGA PIÙ BUONA DEL REAME?
Di Giovanni Pellegri *
Distribuzione controllata di droga: un intervento estetico, con a cuore il
grado di purezza dell'eroina e la sterilità degli aghi infilati quotidianamente
nelle braccia di centinaia di uomini
"Eroina a titolo terapeutico"; "Miglioramenti dello stato
di salute dei tossicodipendenti dopo un trattamento all'eroina pura"; "Miglioramenti
sociali dei soggetti sotto prescrizione medica di stupefacenti". Sono
alcune affermazioni scritte nel rapporto di sintesi sugli esperimenti di distribuzione
controllata di eroina. In un clima dove l'eroina sembra essere divenuta una
possibile soluzione per risolvere il problema droga, è forse utile ricordare
gli effetti di questa sostanza.
L'EROINA BUONA NON ESISTE
La dose letale di eroina in una persona non assuefatta è di 100 mg. L'organismo
esposto cronicamente a droghe si abitua alla loro presenza e ben presto per
ottenere gli stessi effetti, è obbligato ad assumere dosi sempre più
elevate. Molti tossicodipendenti assumono da 2 fino a 4 grammi al giorno ripartiti
su 2 o 3 dosi. Gli effetti non desiderati si manifestano con diverse stati patologici
ben descritti nei libri di medicina. I più frequenti sono: irrequietezza,
stato ansioso, inappetenza, secchezza della cute, facile sudorazione, stitichezza,
astenia, alterazioni dentarie, progressivo dimagrimento, epatopatia, cuore polmonare
cronico o polmone da narcotici, malattie renali, immunitarie, allergiche. L'attività
sessuale è deficitaria o più spesso assente.
DAL FRONTE DELLA RICERCA NUOVE EVIDENZE
Se è vero che la maggior parte degli effetti dell'eroina sono attribuibili
alle sostanze da "taglio, anche l'eroina pura induce dei cambiamenti sull'organismo.
Alcuni sono reversibili altri, invece, si ripercuotono in modo definitivo sulla
salute della persona. Dati recenti riportati dal E.J. Nestler della Yale University
hanno dimostrato che l'espressione del materiale genetico nel cervello può
essere modificata dagli oppiacei. In un altro studio recente, svolto negli USA
si sono esaminate 20'291 soggetti appartenenti a differenti classi sociali e
si è scoperto che il 53% di coloro che assumevano stupefacenti presentava
disturbi mentali come schizofrenia, ansia o grave depressione. Causa o effetto?
Difficile dirlo. Si stanno scoprendo anche alcuni meccanismi biologici probabilmente
responsabili dei cambiamenti psichici osservati nei tossicodipendenti. La cocaina
e l'eroina, per esempio, inducono una forte depressione del metabolismo degli
zuccheri in certe regioni del cervello che regolano emozioni e istinti quali
la fame, la sete e gli impulsi sessuali. Si è scoperto che la maggior
parte degli stupefacenti interferisce con la trasmissione degli impulsi nervosi.
N. D. Volcow, responsabile del dipartimento di medicina del Brookhaven National
Laboratory di New York ha per esempio dimostrato un'alterazione nel sistema
di comunicazione delle cellule del cervello dei cocainomani senza riuscire a
dimostrare che il sistema torni alla normalità alla fine dell'assunzione
della droga. G.F Koob professore di neurofarmacologia presso la Scripps Research
Institute di La Jolla in California ha dimostrato un altro simile cambiamento
nel cervello di cocainomani. Si sta attualmente analizzando se tali cambiamenti
sono presenti anche nei soggetti dipendenti da eroina. Un dato sicuro è
invece l'influenza negativa che l'eroina ha sul sistema immunitario: il decorso
dell'AIDS è accelerato in presenza di eroina a causa dell'effetto depressivo
dell'eroina stessa sul sistema immunitario. Questa maggior fragilità
del sistema di difesa dell'organismo è probabilmente la causa del più
alto rischio riscontrato negli eroinomani a sviluppare certe forme tumorali
rispetto la popolazione che non fa uso di eroina. Infine una maggior fragilità
dei cromosomi è stata osservata con eroina pura in vitro su colture cellulari,
e in vivo su scimmie da laboratorio.
LA PSICHE DURAMENTE COLPITA
Altri effetti negativi sicuri sono i cambiamenti psichici, indotti dalle droghe.
Essi non permettono un adeguato inserimento sociale del tossicodipendente. Infatti,
come afferma il tossicologo Enrico Malizia dell'Università di Roma, autore
di 330 ricerche e pubblicazioni scientifiche e direttore della "Rivista
di tossicologia" che sul suo libro "Le droghe" (Ed. Tascabili
economici Newton) afferma (p 35): "Sul versante psichico si assiste
a una profonda modificazione caratteriale e delle funzioni intellettive. Il
soggetto diventa apatico, privo d'iniziativa, interessato solo alla droga, con
indifferenza ideativa ed emotiva e perdita dei valori etici. Tutti gli impegni
(scolastici, lavorativi, familiari e sociali) vengono trascurati; l'affettività
è profondamente alterata, il soggetto passa rapidamente da uno stato
d'animo a un altro spesso contrastante; la memoria e l'attenzione sono deficitarie;
possono manifestarsi allucinazioni, psicosi, idee e pulsioni suicide".
Leggo invece a pagina 18 del documento dal titolo "Dati e fatti sulla politica
della Confederazione in materia di droga" dell'Ufficio federale della sanità
pubblica: "... la somministrazione di eroina pura, cioè pulita,
è ammissibile da un profilo medico, poiché finora non si ha conoscenza
di danni irreversibili derivanti dall'assunzione di questa sostanza".
È quindi lecito secondo questo documento somministrare ai tossicodipendenti
l'eroina perché anche se nociva a breve termine non induce conseguenze
irreversibili sull'organismo.
ANCHE SE NON FOSSE DANNOSA ...
Una posizione criticabile dal punto di vista scientifico visti gli effetti tossici
già conosciuti dell'eroina anche a lungo termine. Ma soprattutto preoccupante
perché, anche se l'eroina non provocasse danni permanenti alla salute,
la soluzione prospettata è il mantenimento dei tossicodipendenti in uno
stato di completa dipendenza, che non permette uno sguardo reale alla vita,
un `apertura libera all'amore, un realizzarsi attraverso un'attività.
Affermando che l'eroina pura e lo "sballo" sono una via percorribile
se prescritta da un medico, implicitamente affermiamo che un progetto normale
di vita, di interessi, di affetti e di lavoro, non è più proponibile
ai tossicodipendenti. Non sono i dati scientifici quindi a porre il problema
fondamentale, ma è lo sguardo di rinuncia che noi poniamo sul problema
droga. Qualsiasi dato positivo emerso dal rapporto di sintesi dovrà quindi,
prima o poi, confrontarsi con la precisa visione antropologica che il programma
di prescrizione medica di eroina sta affermando.
* Dottore in biologia